La legge sul conflitto d'interessi è stata approvata definitivamente il 13 luglio 2004.
I titolari delle cariche di governo devono dedicarsi esclusivamente alla cura degli interessi pubblici e devono astenersi dall'adottare provvedimenti (anche collegiali) in situazioni di conflitto di interessi.
Presidente del Consiglio, ministri, vice ministri, sottosegretari di Stato e commissari straordinari del Governo.
I titolari di cariche di governo non possono:
Quando l'atto è adottato o omesso, dal titolare delle cariche di governo in situazioni di incompatibilità.
Quando l'atto o l'omissione ha incidenza specifica e preferenziale sul patrimonio del titolare, coniuge o società o parenti entro il secondo grado, oppure sulle imprese o società da essi controllate con danno per l'interesse pubblico.
Anche in situazioni di conflitto di interessi si applicano le norme (legge n. 287/1990 in materia di tutela della concorrenza e del mercato) che vietano l'abuso, ovvero l'indebita conservazione, da parte di un'impresa della posizione dominante detenuta sul mercato nazionale del settore.
Entro 30 giorni il titolare delle cariche di governo, coniuge e parenti entro il secondo grado dichiarano alla Autorità garante della concorrenza e del mercato le situazioni di incompatibilità.
Se l'incompatibilità riguarda i settori delle comunicazioni, multimedialità, editoria la dichiarazione va resa anche all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Autorità garante delle concorrenza e del mercato (Antitrust)
Accerta la sussistenza delle situazioni di incompatibilità, vigila sul rispetto dei divieti e può promuovere la rimozione o la decadenza dalla carica o dall'ufficio ad opera dell'amministrazione competente; la sospensione del rapporto di impiego o di lavoro pubblico o privato; la sospensione dall'iscrizione in albi e registri professionali.
Esamina, controlla e verifica gli effetti dell'azione del titolare di cariche di governo e l'eventuale incidenza sul patrimonio o sulle imprese o società controllate.
Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
La sua azione riguarda aziende che operano nel settore delle comunicazioni.
Ha gli stessi poteri istruttori dell'Antitrust e ha compito di accertare le ipotesi di conflitto dal basso, ossia che le imprese del settore delle comunicazioni non forniscano un sostegno privilegiato al titolare di cariche di governo.
Sanzioni amministrative e pecuniarie
Se accerta un caso di incompatibilità, l'Antitrust fa sì che l'interessato
decada dalla carica aziendale occupata. L'Autorità garante della concorrenza e
del mercato deve anche monitorare il governo: infatti, se accerta un vantaggio
da parte di un'impresa di cui è proprietario un membro del governo, può
multare l'impresa fino a una somma pari a quella del vantaggio patrimoniale.
Il compito principale del Garante delle comunicazioni è quello di accertare
se le imprese editoriali di un membro del governo gli abbiano fornito
"sostegno privilegiato". In quale caso, multa all'impresa per cifre aumentate
di un terzo rispetto al tetto fissato dalla legge sulla par condicio. Le
sanzioni possono arrivare alla revoca della concessione statale del servizio
radio-tv (l'oscuramento).
Sanzione politica
Sia l'Antitrust, sia il Garante delle comunicazioni devono riferire al
Parlamento. Le due Authority, in sostanza, devono far pervenire alle Camere
una relazione semestrale sulla loro attività di controllo e di vigilanza. Il
Parlamento, quindi, può a sua volta esprimere una "censura politica" al
componente del governo che viola la legge sul conflitto d'interessi.Con una
censura all'uomo di governo sottoposta al Parlamento su segnalazione
dell'autorità.
La legge si applicherà immediatamente, varrà quindi anche per il governo in carica.