Il Parlamento ha approvato una legge sul conflitto d'interessi che concilia il rispetto dei diritti politici di tutti i cittadini con il dettato costituzionale, che in Italia affida al Parlamento il controllo sull'esecutivo.
Il provvedimento risolve la questione del conflitto d'interessi con una normativa più costituzionale, più ragionevole e applicabile rispetto alla soluzione offerta dal blind-trust (adottato negli USA e appoggiato dal centrosinistra in Italia) e dalla gestione fiduciaria
La legge approvata è un buon punto di equilibrio tra il diritto costituzionale di tutti i cittadini di accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive e il necessario collegamento di ogni attività di governo all'interesse pubblico.
Bisogna infatti tenere in considerazione i seguenti aspetti:
In definitiva, o si vieta ai "ricchi" di accedere alle cariche di governo (cosa inconcepibile in una società liberale) oppure - come fa la legge approvata - si accetta che il conflitto di interessi sia una delle possibilità nella vita politica e di conseguenza si stabilisce un sistema delle incompatibilità generali, si mettono gli atti di governo sotto controllo dell'Autorità indipendente garante della concorrenza e del mercato, si espone chi compie atti di governo in conflitto d'interesse a sanzioni amministrative e pecuniarie, nonché alla censura pubblica del Parlamento e dell'opinione pubblica.
Per questi motivi la legge prevede che alla Autorità garante della concorrenza siano attribuiti poteri di controllo e di verifica su:
Inoltre, se l'Autorità verificherà che le imprese <facenti capo> all'uomo
di governo agiscono in modo tale da trarre vantaggio da atti adottati in
conflitto di interessi, e coloro che hanno agito conoscevano la situazione di
conflitto, essa potrà intimare misure correttive, e anche sanzioni pecuniarie
proporzionate alla gravità del comportamento e al vantaggio patrimoniale
ricavato.
In questo caso, l'Autorità riferirà dettagliatamente al Parlamento, esponendo
così alla sanzione politica in Parlamento chi agisce in conflitto d'interessi.
Questa è sicuramente la sanzione più sgradevole e controproducente per l'uomo
politico che approfitta della carica pubblica per favorire i suoi interessi privati.