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La legge 30 luglio 2002, n. 189

I punti salienti della legge Bossi-Fini:

1) Il collegamento di un lavoro certo al permesso di soggiorno

Il rilascio del permesso di soggiorno è vincolato al possesso di un contratto di lavoro che garantisca allo straniero di potersi procurare legalmente i mezzi di sostentamento per tutta la durata del suo soggiorno in Italia. Questo allo scopo di evitare (come accadeva con la Turco-Napolitano) che una volta ottenuto il permesso di soggiorno, l'immigrato, non riuscendo a trovare un lavoro regolare, sia costretto: a) ad accettare qualsiasi proposta di lavoro gli venga offerta, togliendogli in questo modo ogni possibilità di negoziare un lavoro dignitoso e giustamente remunerato; b) ad entrare nella criminalità e, alla scadenza del permesso di soggiorno, nella clandestinità.
Inoltre il datore di lavoro deve fornire anche un alloggio dignitoso e deve essere in grado di garantire le spese per il rientro in patria dell'immigrato.

2) L'effettività del sistema delle espulsioni

Effettività dell'espulsione significa accompagnare l'immigrato clandestino nello Stato di provenienza, vale a dire capovolgere il sistema dell'espulsione per intimazione, che negli anni di governo del centrosinistra ha fatto restare in Italia decine di migliaia di stranieri ai quali è stato consegnato semplicemente un foglietto di via.
La Turco-Napolitano si è rivelata in questa materia un vero fallimento: lo straniero che si vedeva recapitare una notifica con il provvedimento di espulsione, non faceva altro che darsi alla clandestinità. Con la Bossi-Fini invece la regola è l'espulsione immediata con accompagnamento alla frontiera, l'eccezione la mera notifica del provvedimento di espulsione.
È ovvio che l'effettività dell'espulsione ha come condizione fondamentale la cooperazione con i Paesi dai quali proviene il maggior flusso di clandestini. Per raggiungere questo obiettivo la Bossi-Fini prevede una corsia preferenziale riservata nell'ambito della cooperazione allo sviluppo con quegli Stati che collaborano con l'Italia nella lotta all'immigrazione clandestina.

3) Un maggiore rigore nei confronti dei trafficanti di uomini

La Bossi-Fini, oltre all'istituzione della Direzione centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere, prevede una serie di interventi rigorosi foto: nave carica di clandestininei confronti dei trafficanti di uomini:

a) possibilità per navi militari o in servizio di polizia, di fermare, sottoporre ad ispezione ed eventualmente sequestrare imbarcazioni in acque nazionali o nella zona contigua alle acque internazionali,

b) introduzione di sanzioni penali relative alla contraffazione o alterazione di documenti relativi al soggiorno di cittadini extracomunitari,

c) introduzione di una sanzione amministrativa per chi non comunica l'ospitalità data allo straniero o la sua assunzione,

d) introduzione del reato di immigrazione clandestina per chi favorisce l'ingresso illegale in altro Stato del quale la persona non e' cittadina o nel quale non ha la residenza permanente,

e) uniformità della pena anche nel caso di reato commesso dal singolo,

f) inasprimento delle pene per reati multipli o particolarmente pericolosi o inumani,

g) estensione delle limitazioni nella concessione dei benefici penitenziari previste nei confronti di detenuti ed internati per specifici delitti (terroristi, eversori ed altri) anche ai detenuti per immigrazione clandestina. Lavori all'esterno, permessi premio e misure alternative alla detenzione sono previsti solo in assenza di elementi tali da far ritenere la sussistenza di collegamenti con la criminalità organizzata o eversiva,

h) revoca del permesso di soggiorno se le autorità competenti stabiliscono che un matrimonio è fittizio.

4) Nuove disposizioni per evitare la strumentalizzazione dell'asilo politico

Il Governo sta lavorando a un intervento quadro di tipo organico in materia di asilo. Ha però ritenuto indispensabile inserire nella legge sull'immigrazione alcune disposizioni, che si ispirano ai principi indicati nella proposta di direttiva europea 578 del 20 settembre 2000, per le procedure applicate negli stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato e che rispettano quanto disposto dalla Convenzione di Ginevra e dalla Convenzione di Dublino in materia di diritto di asilo.
Le norme contenute nella legge mirano, ad esempio, a evitare che prostitute raccolte sulle strade, le quali dopo il difficile lavoro di identificazione stanno per essere rispedite nel Paese di origine, si "ricordino", proprio mentre stanno salendo sull'aereo, di essere perseguitate per cause politiche o per altre cause e quindi si appellino alla possibilità di fruire della disciplina d'asilo per tornare a fare quello che facevano prima.

Il rilevamento delle impronte digitali

I clandestini espulsi più volte sono rientrati in Italia muniti di false generalità. E' necessario che le forze dell'ordine dispongano di una possibilità di riconoscimento sicuro dell'identità dell'immigrato. Il riconoscimento tramite impronte digitali è oggi l'unico strumento a basso costo offerto dalla tecnologia. La prassi del rilevamento delle impronte digitali è una linea di tendenza che tra pochi anni sarà condivisa da tutta l'Europa. Esiste già una proposta di unificazione dei due grandi archivi Europol e Schengen per arrivare a un archivio comune, Eurodoc, che registri anche le impronte digitali.