Regolarizzazione, sbarchi, politica dell'immigrazione.
Immigrazione: nel 2003 gli sbarchi di clandestini diminuiti del 40% - 634.728 i lavoratori extracomunitari regolarizzati
Intervento del Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, 29 gennaio 2004
Si è definitivamente conclusa il 31 dicembre 2003 (esattamente nel periodo di un anno come promesso dal Governo) l'operazione di emersione e regolarizzazione dei lavoratori stranieri (tra i quali colf e badanti) prevista dalla legge Bossi-Fini.
Su un totale di 705.404 domande di regolarizzazione presentate, quelle ritenute ammissibili sono 694.224. I lavoratori effettivamente regolarizzati sono 634.728, mentre coloro ai quali non è stato concesso il permesso di soggiorno per rigetto dell'istanza sono 25.892. Sono invece 14.790 coloro che non si sono presentati allo sportello, pur avendo diritto al permesso di soggiorno (istanze archiviate). Infine, per 18.814 lavoratori è in corso una ulteriore istruttoria (istanze di particolare complessità, accertamenti di polizia od altro).
Il maggiore carico di lavoro è stato assorbito dalle prefetture della cosiddetta "fascia 1": Roma (107.189 domande, di cui 103.188 definite), Milano (87.180, di cui 86.893 definite), Napoli (36.986 e 35.968), Torino (36.066 e 36.019), Brescia (24.367 e 23.589), eccetera.
È stato notevole anche l'impegno delle sedi prefettizie di "fascia 2": Venezia (9.471 e 9.343), Varese (8.487 e 8.407), Reggio Emilia (8.052 e 8.037), Latina (7.879 e 7.833), Prato (7.635 e 7.610), Reggio Calabria (6.511 e 6.503), eccetera.
Per quanto riguarda la nazionalità dei lavoratori regolarizzati, figurano ai primi posti Romania (132.769 lavoratori) e Ucraina (100.135), seguite da Albania (47.060), Marocco (46.918), Ecuador (33.983), Cina Popolare (32.805), Polonia (30.343), Moldavia (29.154), Perù (16.061), Egitto (14.934), India (12.792), Senegal (11.761), eccetera.
L'operazione non ha precedenti in Europa per dimensioni, rapidità e complessità amministrativa. Per di più, essa non ha avuto alcun costo per l'erario, anzi ha comportato l'eternità nelle casse dello Stato di ben 353 milioni di euro, pari a 683,5 miliardi di vecchie lire.
Gli sportelli polifunzionali delle prefetture - nati dalla collaborazione tra aziende private (Poste Italiane) ed amministrazioni pubbliche (Ministero dell'Interno, Ministero del Welfare, Agenzia delle Entrate, Inps, Inail) - sono stati un potente moltiplicatore di efficienza e rapidità del processo.
Basti pensare che ciascuna delle due precedenti sanatorie (cioè il semplice rilascio a domanda del permesso di soggiorno) ha interessato circa 250 mila cittadini extracomunitari ed ha richiesto 2 anni di lavoro. Invece per l'operazione di emersione e regolarizzazione appena conclusa (cioè il rilascio del permesso di soggiorno, la firma del contratto di lavoro, l'apertura della posizione fiscale e previdenziale), che come già detto ha interessato circa 700 mila persone, è stato sufficiente un solo anno di lavoro.
Peraltro è opportuno sottolineare che nello stesso anno sono diminuiti di circa il 40% gli sbarchi di immigrati clandestini (da 23.719 arrivi nel 2002 si è passati a 14.331 nel 2003).
In particolare, si conferma il sostanziale azzeramento del flusso migratorio verso la Puglia (-96% circa, da 3.372 nel 2002 a 137 nel 2003), come risultato del buon funzionamento dell'accordo con l'Albania. Analoga situazione si riscontra in Calabria (-92% circa, da 2.122 a 177), come effetto dei numerosi accordi con i Paesi amici dell'altra sponda del Mediterraneo. Anche per quanto riguarda gli sbarchi in Sicilia - regione particolarmente esposta a causa della vicinanza all'Africa delle isole minore di Lampedusa e Pantelleria - si registra una notevole diminuzione (-23%), pur restando il flusso ancora sostenuto (dai 18.225 arrivi nel 2002 ai 14.017 nello scorso anno).
I dati confermano la validità della linea seguita nell'applicazione della legge Bossi - Fini.
Con quest'ultima regolarizzazione si conclude la prima fase della politica dell'immigrazione avviata dal Ministro dell'Interno Pisanu e rilanciata con il semestre di presidenza italiana della Ue.
Pertanto l'azione del Governo italiano proseguirà secondo le tre direttrici esposte sia al Parlamento italiano, sia al Parlamento europeo:
- aiuti allo sviluppo dei paesi di origine dei flussi migratori, con particolare riguardo a quelli dell'area mediterranea;
- governo delle migrazioni legali mediante accordi bilaterali con i Paesi di origine e transito e la concessione di quote annuali di immigrati regolari, calcolate in base alle effettive esigenze del sistema produttivo nazionale;
- contrasto deciso e puntuale al traffico di esseri umani ed all'immigrazione clandestina, nonché potenziamento ed affinamento di tutti gli strumenti per la lotta alla criminalità organizzata che sfrutta spietatamente i processi migratori.