La riforma della protezione civile
E' la prima riforma del governo Berlusconi, disposta con il decreto legge n. 343 del 7 settembre 2001, convertito in legge dalla L. 401/01.
La riforma assicura, attraverso il ruolo di alto indirizzo e coordinamento del Dipartimento della protezione civile, il coordinamento operativo delle tante strutture e di un complesso sistema di competenze e di responsabilità in un campo di rilevanza primaria per gli interessi del Paese.
La nuova struttura si presenta quindi come una cabina di regia agile e flessibile in grado di coordinare tutte le realtà nazionali e territoriali che compongono il sistema della protezione civile nazionale:
- Vigili del Fuoco,
- Forze dell'Ordine,
- Forze Armate,
- Croce Rossa,
- 118,
- mondo del volontariato,
- soccorso alpino,
- comuni,
- province,
- regioni
- comunità scientifica.
Il successo di tale riforma è dimostrato da come sono state affrontate e superate con tempestività ed efficacia tutte le recenti situazioni di emergenza, dai fenomeni naturali come i terremoti a San Giuliano di Puglia, all'assistenza di grandi eventi come i funerali di Papa Giovanni Paolo II, fino all'assistenza umanitaria in campo internazionale come l'emergenza tsunami.
L'Italia si è affermata in Europa quale punto di riferimento per il settore della protezione civile, divenendo anche elemento attivo e propositivo per la creazione di un sistema comunitario di collaborazione ed aiuto nei casi di calamità.
L'azione di forte sviluppo nel settore della prevenzione e previsione dei rischi è stata sostenuta da notevoli investimenti aggiuntivi, che hanno superato i 500 milioni di euro.