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Presentazione del "Rapporto sullo stato della sicurezza in Italia"

15 agosto 2005 - sintesi dell'intervento del Ministro dell'Interno On. Giuseppe Pisanu

"I quattro anni trascorsi dall'inizio della legislatura sono un periodo di tempo ormai sufficientemente lungo per esprimere consolidate valutazioni sullo stato della sicurezza nel nostro Paese.

A questa considerazione di fondo è improntato il Rapporto annuale che presentiamo oggi, in coincidenza con la festività di Ferragosto, così come avvenne per le precedenti edizioni del 2003 e del 2004.

Il Rapporto foto: il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu2005, infatti, raccoglie i dati sull'andamento dei fenomeni criminali dell'ultimo quadriennio (luglio 2001- giugno 2005) e li confronta, ove possibile, con le cifre relative a quello immediatamente precedente (luglio 1997 - giugno 2001).

Nell'insieme, gli elementi esposti confermano l'efficacia del lavoro svolto dal Governo per conseguire uno degli obiettivi posti al centro del suo programma: migliorare gli standard di sicurezza e di tranquillità del Paese, consolidando il rapporto di fiducia e di reciproca collaborazione tra cittadini, Forze dell'ordine ed Istituzioni.

Un lavoro di lunga lena, impostato e realizzato sapendo bene che in questo campo la ricerca dei risultati a breve termine - pure necessari - non deve condizionare la realizzazione dei progetti di più ampio respiro.

Solo così, infatti, si può elevare davvero il livello della sicurezza e, nello stesso tempo, fare in modo che la collettività nazionale ne abbia chiara percezione.

Mi limito qui a richiamare alcuni dei dati di maggiore rilievo, rinviando per ulteriori approfondimenti alla lettura del testo integrale od anche dell'estratto che lo accompagna.

Osservo soltanto che per la corretta lettura di questi dati bisogna tener presenti sia il costante aumento delle denunce da parte dei cittadini (segno chiaro di crescente fiducia nelle Forze dell'ordine) sia, e soprattutto, la fortissima incidenza sulla delittuosità complessiva dei reati commessi da immigrati irregolari (su un totale di 611.000 persone complessivamente arrestate o denunciate in Italia nel 2004, il 28,12 % era costituito da clandestini). Aggiungo che, invece, la quantità di reati ascritti a immigrati regolari è quasi irrilevante.

Omicidi e reati predatori (furti, scippi e rapine).

Nel quadriennio 2001-2005 il numero degli omicidi (2.740) è diminuito sia rispetto al quadriennio 1997-2001, che ne aveva registrati 3.215 (-14,8%), sia rispetto a quello 1993-1997, nel quale erano stati invece 3.819 (-28,2%).

Diminuisce anche il numero totale dei furti, il più diffuso tra i reati predatori: in questo caso la flessione rispetto al quadriennio precedente è di circa il 4% (5.453.752 contro 5.684.800).

Tra i vari tipi di furto spiccano le tendenze positive registrate per quelli di autoveicoli (-25,4 % rispetto al quadriennio 1997-2001 e -32,4% rispetto a quello 1993-1997) e per i furti in abitazione: qui la diminuzione è del 33,8% rispetto al quadriennio 1997-2001 e del 30,3% rispetto a quello 1993-1997.

Soddisfacenti sono anche i dati sui borseggi (-11,4%), sugli scippi (-22%), sui furti negli esercizi commerciali (-24,1%) e su quelli a danno di auto in sosta (-14,5%).

Non differente è l'andamento delle principali tipologie di rapina:

-12,7% per quelle in banca e -16,5% per quelle negli uffici postali.

Tra i reati contro il patrimonio aumentano invece, ed in maniera consistente, le truffe (+69,6%) che hanno quasi raddoppiato la propria incidenza sul totale generale dei delitti (erano il 2,2% nel quadriennio 1997-2001, sono ora salite al 3,8%). Il fenomeno è legato, in buona misura, al notevole sviluppo del commercio elettronico, che ha aperto nuovi orizzonti a questo tipo di attività criminale. Ricordo tuttavia che negli ultimi anni l'affinamento degli strumenti di prevenzione e contrasto, come il sistematico "pattugliamento dei territori virtuali", hanno consentito di realizzare risultati assai promettenti.

Criminalità organizzata e traffico di stupefacenti

L'impegno delle Forze di polizia in questo campo è stato premiato da risultati di grande valore quali:

- l'arresto di 435 latitanti (82 mafiosi, 190 camorristi, 127 appartenenti alla 'ndrangheta e 36 esponenti della criminalità organizzata pugliese). Tra questi fuorilegge, ben 17 erano inclusi nell'elenco dei trenta più importanti ricercati;

- la diminuzione degli omicidi commessi da appartenenti alle organizzazioni criminali, che sono stati 648 contro i 796 del quadriennio precedente (-18,6%). La metà circa è riconducibile alla camorra;

- l'aumento, sempre rispetto al quadriennio 1997-2001, dei sequestri di sostanze stupefacenti (cocaina +60,8%; eroina +111,8%; anfetaminici +183,3%; cannabis +62,4%);

- la diminuzione dei decessi per droga, più che dimezzati rispetto al quadriennio precedente: da 4140 a 2040 (-50,7%).

Immigrazione clandestina via mare

L'immigrazione clandestina via mare è stata drasticamente ridimensionata, con l'azzeramento dei flussi dall'Albania e dalla Turchia verso Puglia e Calabria. Pertanto il fenomeno interessa ora solo Lampedusa e le coste siciliane. Questi i dati che sintetizzano, in termini di clandestini sbarcati, la diminuzione dell'ultimo quadriennio: dai 23.719 del 2002 si è passati ai 14.331 del 2003 e ai 13.635 del 2004. Nel primo semestre di quest'anno sono sbarcate 7.543 persone, nonostante il fortissimo aumento della pressione migratoria dall'Africa dovuto a calamità naturali e gravi eventi sociali e politici.

Terrorismo interno, estremismo politico ed illegalità politica diffusa

L'azione di contrasto al terrorismo di area marxista-leninista ha condotto, nell'ultimo periodo, all'arresto di 94 persone a fronte delle 35 catturate nel quadriennio 1997-2001. Tra queste vi sono 17 militanti delle Nuove Brigate Rosse - Partito Comunista Combattente, assicurati alla giustizia grazie alle indagini svolte a seguito degli omicidi Biagi e D'Antona e del tragico episodio che costò la vita ad Emanuele Petri, eroico sovrintendente della Polizia di Stato.

Altrettanto vigorosa è stata l'azione sviluppata nei confronti del movimento anarco-insurrezionalista, di cui sono state finalmente individuate le strategie di attacco, le modalità operative e le connessioni organizzative interne ed internazionali. Solo negli ultimi tre mesi sono stati operati 17 arresti ma sono ancora aperte diverse, promettenti indagini.

Per quanto riguarda la lotta all'estremismo e all'illegalità diffusa, nell'ultimo quadriennio il numero degli arresti è aumentato più del 50%, passando dai 284 del periodo precedente a 427. Le denunce sono aumentate invece del 40% (5.596 contro 4.000).

Terrorismo internazionale

A nessuno sfugge, naturalmente, che il quadriennio cui fa riferimento il Rapporto è lo stesso che ci separa dall' 11 settembre 2001.

Se è vero che quegli attentati hanno cambiato la nostra storia, è ancor più vero che essi hanno inciso profondamente sulle politiche di sicurezza dei Paesi occidentali, ponendo problemi nuovi e onerosi con i quali ci stiamo ora misurando, incalzati dalla tragica sequenza che ha legato Casablanca, Istanbul, Madrid e Londra.

Proprio queste circostanze, e la straordinaria gravosità dell'impegno che ne è derivato per le Forze dell'Ordine, conferiscono un risalto ancora maggiore ai risultati dell'azione che esse hanno svolto dal 2001 ad oggi. Azione che, per quanto riguarda il terrorismo internazionale, ha portato all'arresto di 203 persone tra le quali, da ultimo, Hamdi Issac Adus, uno degli autori del fallito attentato di Londra del 21 luglio. Risultati ancora più incisivi potranno ora essere ottenuti grazie alle nuove norme proposte dal Governo e definitivamente varate dal Parlamento a larghissima maggioranza ed in brevissimo tempo.

Di fronte ai risultati che ho qui succintamente esposto, e ben sapendo quali sacrifici essi hanno comportato, sento di dover esprimere, da cittadino e da Ministro dell'Interno, una profonda gratitudine alle donne e agli uomini del nostro sistema sicurezza.


Per conseguire i propri obiettivi programmatici, il Governo ha impostato la politica di sicurezza su tre pilastri fondamentali: il controllo del territorio, la prevenzione ed il coordinamento.

Il controllo del territorio è certamente la pietra d'angolo del sistema, premessa indispensabile per l'efficace e continua prevenzione delle attività criminali.

La presenza visibile ed attenta delle Forze dell'ordine nei luoghi della vita quotidiana non serve solo ad impedire che i reati vengano commessi, ma anche a creare la serenità necessaria per il libero ed ordinato svolgimento della vita sociale in tutte le sue forme: dal lavoro alla partecipazione politica e sindacale, al godimento del tempo libero.

Così, alla sicurezza in termini oggettivi si affianca quella soggettivamente percepita dai cittadini, in un circolo virtuoso grazie al quale l'una e l'altra si rafforzano a vicenda.

Seguendo questa impostazione fu avviato, tre anni fa, il programma denominato "Vie libere", una serie di operazioni improvvise, mirate alla prevenzione e al contrasto delle forme delinquenziali che maggiormente incidono sulla sensazione di sicurezza del cittadino: lo sfruttamento della prostituzione, l'immigrazione clandestina, lo spaccio di sostanze stupefacenti, l'abusivismo commerciale e i reati contro il patrimonio. L'attuazione del programma ha interessato tutto il territorio nazionale e ha consentito: di arrestare 18.386 persone e denunciarne altre 21.935; di sequestrare 5.390 chili di droga e 464.709 prodotti contraffati; di espellere 24.374 clandestini.

Parallelamente, ha preso l'avvio l'introduzione del poliziotto e del carabiniere di quartiere. Dopo l'ultima immissione in servizio di circa settecento agenti, avvenuta un mese fa, il nuovo servizio viene oggi svolto da 3.000 operatori in 622 aree urbane. Entro la fine dell'anno i poliziotti e i carabinieri di quartiere aumenteranno ancora, arrivando a 3.700 unità in 743 aree.

Il coordinamento rappresenta l'anello di chiusura del sistema, perché salda tra loro, rendendole più efficaci, le molteplici e varie attività dei soggetti che debbono contribuire alla tutela dei cittadini, della loro incolumità e dei loro beni.

Il coordinamento si realizza in una duplice dimensione: la prima è quella dell'integrazione funzionale delle Forze di polizia e del loro più stretto raccordo con i Servizi di informazione; la seconda è quella della "sicurezza integrata", cioè del coinvolgimento attivo delle altre istituzioni pubbliche e private, nazionali e locali, in un impegno corale per produrre più sicurezza e migliore vivibilità quotidiana dei "territori" e degli ambienti di vita e di lavoro.

Nell'ultimo quadriennio la progressiva affermazione della cultura del coordinamento ha condotto ad un tangibile ampliamento delle iniziative interforze, tanto al centro, quanto in periferia.

Se la nuova "Cittadella" Interforze dell'Anagnina, a Roma, rappresenta oggi la più efficace immagine strutturale di questo processo di integrazione, il Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo ne esprime altrettanto bene l'aspetto dinamico. Il C.A.S.A. è infatti il tavolo di raccordo tra Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Sismi e Sisde, che esamina tutte le informazioni disponibili e fornisce indicazioni assai utili alle forze sul campo. E' un lavoro continuo, silenzioso ma efficace, di cui tocchiamo con mano i risultati nella lotta quotidiana al terrorismo interno e internazionale".

Altrettanto importanti e significativi sono i traguardi che in questo stesso quadriennio abbiamo raggiunto in tema di "sicurezza integrata" e, in particolare, di collaborazione con le Regioni, le Province e i Comuni.

Tra i tanti episodi mi piace qui ricordare le solenni cerimonie dello scorso aprile, che hanno visto raccogliersi nella Città del Vaticano, insieme ad una folla immensa, la più grande assemblea di Capi di stato e di governo della storia dell'umanità. In quelle delicatissime circostanze le nostre Forze di polizia, del soccorso pubblico, della protezione civile e del Comune di Roma, hanno realizzato una sintonia operativa così efficace da suscitare l'ammirazione di alte personalità internazionali e delle voci più autorevoli della stampa estera.

Anche questo è un risultato che, come gli altri poc'anzi richiamati, ci autorizza a guardare in avanti con giustificata ambizione e serena fiducia".