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E oggi arrivano sulle strade 700 nuovi agenti di quartiere

MSc, "Il Giornale", 7 maggio 2004, p. 7

Pronti a scendere in campo, ecco i settecento nuovi agenti di quartiere. «Settecento facce amiche - dice Silvio Berlusconi - che da oggi saranno in giro per le nostre strade. Settecento, chiamiamoli così, rassicuranti zii di famiglia che avranno il compito di mettersi al servizio dei cittadini». Un regalo, spiega il Cavaliere, di un governo che non vuole tagliare solo le tasse, «vuole tagliare anche la criminalità» e che si è fissato un «traguardo molto ambizioso», ridurre i reati del cinquanta per cento.

Forse anche troppo ambizioso. «Sì, forse. Però - incalza il premier presentando durante una cerimonia alla scuola superiore dell'amministrazione dell'Interno i nuovi poliziotti di quartiere - quando si vuole ottenere il massimo, bisogna puntare in alto. Infatti, tra i diritti fondamentali che uno Stato democratico deve assicurare al cittadino, insieme alla libertà politica, religiosa ed economica, c'è il diritto a non avere paura e uno Stato che non riesce a dare risposta a questa esigenza prede in parte la base stessa della sua legittimità. Per questo il tema della sicurezza è al secondo posto tra i punti del patto con gli elettori».

Via dunque alla seconda infornata di bobby made in Italy. Il governo, racconta Berlusconi, non si è inventato nulla. «Quest'idea non è frutto di una nostra intuizione, ma è il risultato di una ricerca su vasta scala che abbiamo fatto quando eravamo ancora all'opposizione. Siamo andati a vedere come funzionava la prevenzione in quei Paesi, come la Gran Bretagna e alcuni Stati degli Usa, dove il tasso di delinquenza si era ridotto sensibilmente. Così abbiamo individuato nel poliziotto di quartiere l'istituto che più può incidere nella difesa del cittadini».

I settecento nuovi agenti si aggiungeranno ai loro 1.200 colleghi, tra poliziotti e carabinieri, che sono in campo già da un anno. «Altri trecento - spiega Giuseppe Pisanu - li seguiranno entro la fine di quest'anno cosicché, all'inizio del 2005, avremo in tutto 2.200 operatori della sicurezza attivi per la tutela di 479 quartieri nelle 103 province italiane. Ma non basta, il nostro obbiettivo finale è quello di schierare entro la primavera del 2006 5.900 tra carabinieri e poliziotti in più di mille quartieri. Non è facile, anche perché il progetto è costoso e le risorse finanziarie sono scarse per definizione. Però siamo convinti di riuscirci, abbiamo Uno sponsor d'eccezione come il presidente del Consiglio». Dopo dodici mesi, la fase di sperimentazione è finita. «E il bilancio - assicura il ministro - è davvero incoraggiante. Ce lo dicono i cittadini, le associazioni di categoria, le istituzioni locali. Non resta dunque che proseguire ed affinare progressivamente le tecniche e le metodologie operative sulla base dell'esperienza maturata».

Di «novità positiva» parla pure il capo della polizia Gianni De Gennaro. «Si è trattato - dice - non solo di un processo di innovazione sotto il profilo organizzativo ma di una vera e propria rivoluzione culturale». Qualche esempio: «La raccolta delle denunce a domicilio, la possibilità d farle al telefono o per via telematica, o il fatto di esporre on line la refurtiva, sono iniziative che trasformano quelli che sono atti burocratici in interventi che accrescono la fiducia dei cittadini».