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Testo integrale dell'intervento Tv del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, 29 settembre 2003

Care amiche, cari amici, sono qui per comunicarvi una decisione importante che il Governo sta per assumere: la decisione di garantire le pensioni di tutti nel futuro, di garantire cioè il benessere degli anziani e anche quello dei giovani di oggi quando saranno anziani.

È grazie alle pensioni che chi lavora può guardare con serenità alla sua vecchiaia. Ne siamo sempre stati convinti tanto è vero che abbiamo aumentato le pensioni sociali a 516 euro al mese.

Tuttavia però il sistema delle pensioni che abbiamo ereditato dal passato presenta seri problemi. Per due ragioni.

La prima è che oggi siamo 58 milioni ma tra vent'anni saremo molti di meno e ci saranno molti più anziani.

La seconda ragione è che, fortunatamente, viviamo molto più a lungo dei nostri padri, e viviamo in condizioni di salute migliori. Oggi la vita media tende ad oltre 80 anni.

Questo è l'effetto del progresso scientifico e del progresso economico, ed è una cosa splendida, una grande conquista della nostra civiltà.

Ma questo vuol anche dire che chi lavora dovrà contribuire per la pensione di un numero sempre più alto di anziani. Una vita media più lunga significa che lo Stato dovrà pagare a ciascuno la pensione per un numero maggiore di anni.

Ora dobbiamo sapere che il sistema pensionistico attuale è stato concepito più di mezzo secolo fa. Allora la popolazione italiana era molto giovane, e la durata della vita era molto più breve.

Oggi la realtà è diversa e per questo la spesa per pagare le pensioni è cresciuta e crescerà in maniera continuativa sino al 2030.

Questa non è una situazione sostenibile né dal punto di vista economico né dal punto di vista sociale. Non è una situazione sostenibile dal punto di vista economico perché sino al 2030 lo Stato, che rappresenta tutti noi, si vedrebbe caricato di una spesa eccessiva e crescente.

Mancherebbero i soldi per pagare una sanità dignitosa per tutti, mancherebbero i soldi per le scuole, mancherebbero i soldi per le forze dell'ordine. Lo Stato dovrebbe aumentare le tasse, e resterebbero così meno soldi nelle tasche di tutti, pensionati compresi.

È poi una Guarda l'intervento Tv del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconisituazione inaccettabile dal punto di vista sociale anche perché le pensioni dopo il 2030 si abbasserebbero ad un livello troppo basso per garantire una vecchiaia decorosa e serena.

A qualcuno può sembrare che il 2030 sia una data lontana. Non è vero.

Qualsiasi famiglia, quando compra una casa, fa progetti a lungo termine. Pensa che in quella casa vivranno i suoi figli e i figli dei suoi figli. Ma se una famiglia pensa almeno al prossimo mezzo secolo, lo Stato, che è la grande famiglia degli italiani, perché non deve fare altrettanto?

La conclusione è semplice. Se si lascia che le cose vadano avanti così, lo Stato non ce la farà più a pagare le pensioni e gli anziani non potranno più vivere con la loro pensione.

Questi sono i fatti. Chi dice cose diverse, chi dice che tutto può continuare così, ci sta ingannando.

Questo governo si sente dunque addosso una grande responsabilità, sente il dovere di intervenire per fare una riforma del sistema delle pensioni, nell'interesse dell'Italia e di tutti gli italiani.

Sarà una riforma giusta, perché, lo ripeto, non cambierà nulla per chi è già in pensione e perché questa riforma non riguarda i pensionati di oggi, non riguarda Voi che siete già in pensione.

È anche una riforma saggia perché il sistema verrà cambiato con gradualità, in modo da consentire a tutti i cittadini di fare bene i propri conti e di decidere poi con piena consapevolezza.

Infatti, da adesso sino al 2008, chi ha già maturato il diritto di andare in pensione potrà farlo con le stesse regole di oggi. Non ci sarà nessun cambiamento, non ci saranno cattive sorprese.

Solo a partire dal 2008 il periodo di versamenti dei contributi richiesto per accedere alla pensione sarà di almeno 40 anni.

In ogni caso, indipendentemente dai contributi versati, tutti gli uomini avranno diritto ad andare in pensione all'età di 65 anni, tutte le donne a 60 anni.

Ma attenzione: questa riforma offre in più a chi ha maturato il diritto di andare in pensione, una opportunità straordinaria e cioè un aumento di stipendio del 32 per cento se decide di continuare a lavorare. Per fare un esempio, se lo stipendio annuo è di 40 milioni di vecchie lire, l'aumento sarà di oltre 12 milioni di lire. Una differenza importante, che consentirà di risparmiare per un futuro più sereno.

Questa decisione di restare a lavorare guadagnando di più non sarà un obbligo, sarà una libera scelta di ciascuno. Molti, moltissimi cittadini in età di pensione vogliono restare attivi, non vogliono essere messi da parte: con questa nostra riforma potranno non solo realizzare il loro desiderio di restare attivi ma anche guadagnare di più.

Care amiche e cari amici, questa riforma necessaria e giusta, permetterà a tutti di vivere nella sicurezza e nel benessere.

Oggi molti Paesi europei, dalla Francia alla Germania, all'Austria, hanno riformato i loro sistemi pensionistici. Lo hanno fatto per le stesse ragioni che hanno motivato il nostro progetto.

Lo hanno fatto i governi di centro-destra come quelli di centro-sinistra. E questo dimostra che la riforma è utile e necessaria. Coloro che si ostinano a negare questa verità non rendono un buon servizio al Paese.

Tutti in effetti riconoscono che questo è il problema ma nessuno ha avuto sinora il coraggio di affrontarlo. Noi questo coraggio l'abbiamo avuto, ce l'abbiamo e ce l'avremo sempre se continuerete a sostenerci con la Vostra fiducia.

Vi ringrazio.

 

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