Riformare le pensioni oggi per garantirle a tutti anche domani
- La riforma delle pensioni si inserisce in un disegno che comprende il nuovo mercato del lavoro, la riforma della scuola e le nuove regole sui flussi migratori. Con queste riforme il governo punta ad una società con alti tassi d'occupazione e di scolarizzazione, una società competitiva ma anche giusta.
- La riforma delle pensioni varata dal governo Berlusconi non tocca chi oggi è in pensione. I pensionati di oggi continueranno a percepire la loro pensione per tutta la vita, senza che nulla cambi per loro.
- La riforma offre ai padri e ai figli le stesse opportunità, garantendo la pensione ai lavoratori di oggi e anche ai giovani che stanno per cominciare a lavorare.
- La riforma si è resa necessaria: a causa dell'aumento della durata della vita, dell'invecchiamento della popolazione e del calo demografico, chi lavora dovrà "pagare la pensione" per un numero di pensionati superiore al numero dei lavoratori.
- Senza riforma si rischiava di non poter pagare le pensioni future e di ridurre pesantemente la spesa per la salute, per la scuola e per la sicurezza. I risparmi generati consentiranno invece di mantenere un sistema equilibrato per la sanità, la scuola, l'assistenza ai più bisognosi.
- Sono sempre di più le persone che oggi continuano a lavorare raggiunta l'età della pensione, perché sono in condizioni di farlo e possono mettere a frutto la loro esperienza.
- La riforma offre il più cospicuo aumento di stipendio di tutta la storia d'Italia. Da 6 ottobre 2004 chi, pur avendo maturato il diritto alla pensione, decide di continuare a lavorare, può avere lo stipendio aumentato del 32,7%, totalmente esentasse.
- La riforma si applicherà solo a partire dal 2008. Ciò dimostra che il governo si fa carico di una responsabilità futura e non intende "fare cassa" con le pensioni, perché per altri tre anni il sistema sarà lo stesso di oggi.
- La riforma è in linea con l'Europa: Francia, Germania, Gran Bretagna hanno approvato in questi mesi una riforma del loro sistema delle pensioni simile alla nostra.
- A differenza dei governi precedenti, il governo Berlusconi, con questa riforma delle pensioni per il futuro, compie un atto di coraggio e di responsabilità nell'interesse dei nonni, dei padri e dei figli.
La riforma delle pensioni
Fino al 31 dicembre 2007 si potrà andare in pensione con le regole attuali:
- 35 anni di contributi e 57 anni di età (58 per artigiani e commercianti)
- 38 anni di contributi a prescindere dall'età (2004-2005)
- 39 anni di contributi indipendentemente dall'età (2006-2007)
Chi avrà maturato il diritto alla pensione prima del 31 dicembre 2007 avrà diritto al trattamento pensionistico, a prescindere dalle modifiche future.
Il dipendente del settore privato che decide di rinviare il pensionamento pur avendo raggiunto i requisiti potrà scegliere di ricevere la totalità dei contributi in busta paga, il cosiddetto superbonus, con un aumento della retribuzione del 32,7% esentasse
Sono previsti incentivi anche per coloro che, pur avendo raggiunto i requisiti, scelgono di continuare a lavorare part-time.
Dal 2008
Requisiti per andare in pensione:
- 65 anni d'età per gli uomini, 60 per le donne
- 40 anni di contributi indipendentemente dall'età
- 35 anni di contributi e 60 d'età (61 per gli autonomi)
- 35 anni di contributi e 57 di età per le donne (la rendita sarà calcolata soltanto con il metodo contributivo)
Regimi particolari saranno previsti, d'intesa con le parti sociali, per:
- chi ha esercitato un lavoro usurante o precoce
- le lavoratrici madri
- chi assiste disabili
Dal 2010
Requisiti per andare in pensione:
- 40 anni di contributi a prescindere dall'età
- 35 di contributi e 61 anni di età (62 per gli autonomi)
- Per le donne restano i 60 anni di età
Nel 2013
Verifica degli effetti finanziari della riforma. Se non saranno sufficienti scatterà un aumento a 62 anni d'età.
Pensioni d'oro
Prelievo del 4% sulle pensioni che superano i 516 euro al giorno.