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Scuola: le false obiezioni alla riforma

Tempo pieno

Non ha copertura finanziaria e ci sono tagli al personale; torna il doposcuola degli Anni '60; viene azzerato il progetto didattico perché ridotto a servizio orario; le ore pomeridiane diventano parcheggio

La copertura finanziaria è già iscritta nella legge di riforma, mentre l'art. 15 del decreto sul primo ciclo appena approvato "conferma in via di prima applicazione, per l'anno scolastico 2004/2005, il numero di posti attivati complessivamente a livello nazionale per l'anno scolastico 2003/2004 per le attività di tempo pieno e di tempo prolungato"; per gli anni successivi "ulteriori incrementi di posti, per le stesse finalità, possono essere attivati con decreto" del MIUR di concerto col Ministero dell'Economia.
Non si può in alcun modo parlare di doposcuola in quanto le diverse discipline hanno tutte uguale dignità e la norma prevede che, nell'organizzare l'orario settimanale, "i criteri della programmazione delle attività educative devono rispettare una equilibrata ripartizione dell'orario quotidiano tra le attività obbligatorie e quelle opzionali facoltative". Tutt'altro, quindi che un parcheggio per gli allievi.
Il progetto didattico rientra nel Piano dell'Offerta Formativa (POF), compito e prerogativa delle istituzioni scolastiche autonome: il Collegio dei Docenti, nell'esercizio responsabile della propria autonomia progettuale, definisce i progetti didattici che ritiene più confacenti; tra questi, restano anche il tempo pieno come autonoma offerta formativa della scuola (non è a caso che per la definizione dell'organico d'istituto siano incluse le ore da dedicare "alla mensa e al dopo mensa", per le quali è prevista "l'assistenza educativa da parte del personale docente".
L'innovazione sostanziale introdotta dalla riforma Moratti è, da un lato, la libertà per le famiglie di scegliere tra i diversi progetti offerti dalla scuola (e non, come ora avviene, doversi sottomettere in termini di progetto educativo alla volontà della maggioranza). Dall'altro, l'attuazione dell'autonomia didattica e organizzativa delle scuole. La Sinistra mente sapendo di mentire, rinnega l'autonomia organizzativa e didattica che proprio i loro governi, nella scorsa legislatura, hanno introdotto con la legge Bassanini (1997) ed il Regolamento del 1999.
Circa l'attuale fruizione del tempo prolugato, dati statistici del MIUR mostrano come il tempo prolungato alle medie costituisca ben altro che un progetto educativo e didattico: in alcune aree del Paese esiste una discrepanza decisamente "sospetta" tra il numero degli allievi che risulta iscritto alle classi a tempo prolungato e la corrispondente frequenza alla mensa, tanto da indurre dubbi sulla reale frequenza delle ore pomeridiane. Alcuni esempi:

  • Bari: su 10.226 alunni iscritti al tempo prolungato solamente 347 fruiscono della mensa (il 3,4%).
  • Palermo: su 12 mila alunni a tempo prolungato (il 23% del totale, un dato vicino alla media nazionale del 27%), meno di 3 mila fruiscono della mensa.
  • Napoli: sono circa 3.700 gli alunni che pranzano a scuola, mentre sono 10.700 quelli che ritornano a casa.

Anticipo della scolarizzazione

Stando ai dati del Ministero solo 30mila dei quasi 100mila bambini aventi diritto hanno fatto richiesta di anticipare l'iscrizione alla prima elementare (oggi chiamata primaria)

Il dato si riferisce all'anno scolastico in corso (2003/04) ed è, più esattamente, pari a circa 28mila bambini anticipatari, su un totale di 86mila aventi diritto (ma va ricordato che le iscrizioni furono riaperte - dopo l'approvazione della 53/2003 - per soli 10 giorni). Per un paragone corretto, il dato va confrontato con la media, consolidata negli ultimi dieci anni, degli anticipatari nelle cosiddette "primine": circa 50mila ogni anno, che frequentano scuole non statali (a pagamento!). La novità introdotta dalla legge Moratti è la risposta gratuita ad una esigenza diffusa nel Paese.

Diritto-dovere all'istruzione fino a 18 anni

Il Ministro è stato costretto a chiedere alle regioni di continuare per altri 3 anni quello che già facevano prima visto che il Governo non era stato in grado di risolvere il problema dei rapporti tra Stato e Regioni, né tanto meno di mettere a disposizione le risorse per l'istruzione generalizzata del secondo canale, quello dell'istruzione e formazione. Le intese con le regioni stanno a testimoniarlo

Il diritto-dovere foto: il Ministro Letizia Moratti e il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconiall'istruzione e alla formazione per almeno dodici anni, introdotto dalla legge n. 53/03, sostituisce ed amplia i vecchi obblighi scolastico o formativo, superandone il dualismo; non ne modifica i termini temporali (fino al diciottesimo anno di età), salvo che il percorso di formazione non si concluda prima con il conseguimento di una qualifica professionale.
La legge costituzionale n. 3/2001 (di modifica del Titolo V della Costituzione) ha introdotto una diversa suddivisione di competenze legislative tra Stato e Regioni, ripartendole in potestà esclusive e potestà concorrenti: allo Stato, le potestà esclusive in materia di "norme generali sull'istruzione" e di garanzia dei diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale; alle Regioni, la potestà esclusiva in materia di "istruzione e formazione professionale". Di qui la necessità per lo Stato, nella persona del Ministro dell'istruzione, di accedere a intese e accordi con le Regioni, al fine di garantire l'uniformità sul piano nazionale del diritto alla formazione. Ciò è avvenuto con la firma di un Protocollo d'intesa nazionale (Conferenza Unificata, 19 giugno 2003) e di Convezioni con le singole Regioni e da ultimo, con l'approvazione da parte della Conferenza Unificata Stato-Regioni degli standard formativi minimi nazionali (Conferenza Stato-Regioni, 15 gennaio 2004), che hanno lo scopo di garantire la spendibilità su tutto il territorio nazionale (e, quindi, anche nell'Unione Europea) delle qualifiche professionali conseguite al termine dei percorsi di istruzione e formazione gestiti dalle Regioni. In precedenza, le qualifiche regionali avevano percorsi estremamente diversificati, esclusiva validità territoriale e nessun riconoscimento a livello europeo.

Manca la copertura finanziaria

Dei circa 8000 milioni di euro promessi nella legge finanziaria figurano solo 90 milioni di euro cioè lo stretto necessario per permettere alle Università di andare avanti; 90 milioni che sono stati oltretutto rimediati in extremis con tasse sul fumo e/o sugli alcolici

Il 12 settembre 2003 il Governo ha varato un piano pluriennale di investimenti, pari a 8.320 milioni di euro, per il periodo 2004/2008. La copertura finanziaria per la prima attuazione della riforma (anticipi, inglese e informatica) è già disposta nella legge 53/03, che prevede 12.731.000 euro per l'anno 2003; 45.829.000 euro per il 2004 e 66.198.000 euro per il 2005. La legge finanziaria per il 2004 ha stanziato per la scuola (e non per l'università!) 90 milioni di euro per l'attuazione del piano programmatico previsto nella legge 53/2003, con specifiche destinazioni d'intervento. Dal 2001 al 2004 le risorse finanziarie destinate alla scuola sono cresciute complessivamente di 3456 milioni di euro. Va considerata, infine, la valorizzazione del personale della scuola: nell'ultimo rinnovo contrattuale, infatti, il Governo ha previsto risorse aggiuntive rispetto a tutti gli altri comparti del pubblico impiego, portando ad un aumento medio di 150 euro mensili, il più alto dal 1988.

Introduzione dell'inglese e dell'informatica

Il Governo non è stato in grado di varare il relativo decreto attuativo previsto dalla legge. In sostanza non essendo previsti né docenti né risorse finanziarie a questo fino, l'obiettivo della riforma è affidato al buon cuore delle scuole stesse

logo: divertiPcL'insegnamento di inglese ed informatica sin dalla prima classe della scuola primaria è stato disposto già dall'anno scolastico in corso con il Decreto Ministeriale n. 61 del 22 luglio 2003; col medesimo decreto sono stati disposti specifici corsi di formazione, con i quali oltre 170mila docenti si sono specializzati nell'utilizzo delle nuove tecnologie (attraverso l'Indire di Firenze, è stato realizzato un progetto di formazione a distanza che è già stato preso ad esempio e modello da altri Paesi europei), mentre per l'inglese è stata assicurata la copertura di circa il 94% delle situazioni. Inoltre, in collaborazione con la RAI, sono stati creati due canali tematici: il Divertinglese e il DivertiPC, come supporto ai corrispondenti insegnamenti nelle scuole elementari.

Situazione dei precari

Continuano nel 2004 i tagli agli organici già decisi nelle finanziarie 2002/2003. Altri 12.500 posti scompariranno dopo i 21.000 dei due anni precedenti, E l'esiguo numero di immissioni in ruolo previste per il prossimo anno non modifica questo quadro in modo decisivo

Nella scuola dell'infanzia il numero dei posti d'insegnamento è stato incrementato di oltre 700 unità rispetto all'a.s. 2001/02; l'anticipo delle iscrizioni porterà ad un graduale ulteriore aumento delle dotazioni organiche.
Nella scuola primaria, nell'anno scolastico 2003/2004, si è realizzato un aumento di 1.500 posti dovuto all'anticipo delle iscrizioni; inoltre, sono stati attivati circa ulteriori 1.500 posti per garantire l'insegnamento della lingua straniera nelle prime e seconde classi della scuola primaria; sempre nello stesso anno scolastico, in organico di fatto sono stati istituiti ulteriori 500 posti. In quest'ordine di scuola, a conclusione degli interventi di contenimento del numero dei posti (tagli) si registra una diminuzione di circa 1.000 posti (circa lo 0,43% dell'organico totale), una riduzione ben inferiore a quella del numero degli alunni.
Nella scuola secondaria di I grado, le riduzioni di posti sono state determinate quasi esclusivamente dalla diminuzione del numero degli alunni e dalla soppressione delle cattedre sperimentali. Sono state comunque soddisfatte tutte le richieste di tempo prolungato e incrementati gli insegnamenti non obbligatori, quali la seconda lingua straniera e lo strumento musicale.
Nella scuola secondaria di II grado, si è verificata una diminuzione significativa degli studenti: oltre 81mila unità in due anni scolatici, con conseguente riduzione delle necessità di docenti. Inoltre, sono stati realizzati interventi di tipo strutturale quali la riconduzione a 18 ore delle cattedre costituite con un numero di ore di insegnamento inferiore, secondo la prescrizione contenuta nella Finanziaria 2003, e la riduzione del numero dei progetti didattici. Non sono stati effettuati interventi sulla composizione delle classi né sui profili ordinamentali.
Il numero dei posti di insegnanti di sostegno all'handicap, che risultavano essere circa 74.000 nell'anno 2001/2002, ha superato abbondantemente le 78mila unità nell'anno 2003/2004, con un incremento di quasi 4500 posti.
Le immissioni in ruolo effettuate nell'a.s. 2001/2002 sono state ben 63mila, cui si aggiungono le 15mila già disposte per il prossimo anno scolastico. In totale, in quattro anni scolastici le assunzioni a tempo indeterminato saranno 78mila.

Dalla Commissione Europea

A Bruxelles, mercoledì 21 gennaio 2004, la Commissione Europea ha presentato una comunicazione sull'implementazione delle linee guida concernenti lo sviluppo della politica economica 2003-2005 (2003-2005 BEPGs). A pagina 74, la Commissione giudica specificatamente i risultati italiani in materia di riforme politico-economiche e, relativamente alla cosiddetta "economia della conoscenza", afferma che " questa è stata trattata in modo completo e che le opportunità e le raccomandazioni sono state pienamente accolte e seguite. In particolare, la scuola primaria e secondaria è stata oggetto di riforma e diversi provvedimenti sono stati adottati per stimolare ricerca e innovazione", nell'ottica del raggiungimento degli obiettivi posti dal processo di Lisbona.

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[Scheda realizzata in collaborazione con il Dipartimento Scuola e Università di Forza Italia]