Antonio Galdo, intervista a Letizia Moratti, "Panorama", 16 settembre 2004, p.70
"Mi aspetto una scuola dove ci sia meno burocrazia e più libertà, e dove i giovani siano educati anche ai valori, dalla difesa dell'ambiente ai doveri della cit tadinanza".
Questanno, con l'inizio delle lezioni, il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti può vedere alla prova la nuova scuola disegnata dalla sua riforma.
Significa che la riforma è aperta, pronta ad aggiustamenti e correzioni che possono arrivare dalla verifica sul campo.
E' una famiglia attiva, che dovrà partecipare, in equilibrio con i docenti, alle scelte dei ragazzi. Mi rendo conto: sono nuove responsabilità, per tutti.
Intanto abbiamo triplicato, in tre anni, la diffusione del pc: da 1 ogni 28 studenti siamo passati a 1 ogni 10. E arriveremo alla parità.
E la cosa che più mi ha preoccupato, dall'inizio del mio mandato. Abbiamo incrementato di 150 milioni di euro gli investimenti per bloccare una vera piaga sociale e oggi posso anticipare ottimi risultati...
Abbiamo recuperato 70 mila ragazzi sui 300 mila che non vanno a scuola. E già un risultato notevole, ma siamo intenzionati a lavorare per migliorano ancora, secondo gli obiettivi europei fissati a Lisbona. Presto avremo un'anagrafe con i nomi di tutti gli studenti che non frequentano la scuola, e tenteremo di recuperarli uno per uno.
Ogni cambiamento produce delle resistenze, è comprensibile. Ma le funzioni del tutor non limitano la responsabilità de docenti, anzi la rafforzano. Perciò dico: non spaventatevi, e ricordatevi che tutti gli insegnanti possono ricoprire il ruolo di tutor.
Qualche volta l'Italia è uno strano paese. Per quarant'anni la scuola è iniziata nel caos, gli alunni rischiavano di cambiare insegnante, e i docenti era no spostati tra Natale e febbraio. Da quando sono ministro, l'anno scolastico inizia regolarmente, e questo mi sembra quello che conta.
Al contrario, la scuola italiana non è mai stata così in ordine. E la stiamo rafforzando anche in termini di organici: nonostante le restrizioni di bilancio, siamo riusciti ad assumere, in pieno mese di agosto, 15 mila persone tra docenti e personale tecnico-amministrativo, che vanno ad aggiungersi i 62 mila assunti nell'estate 2001.
Siamo alla vigilia della Finanziaria. Molti sono convinti che la sua
riforma non potrà funzionare per un semplice motivo: mancano i soldi.
Non è vero. Dal 2001 la spesa complessiva per l'Istruzione è in costante
aumento, e affronto il negoziato con il ministro dell'Economia con molta
serenità. Piuttosto mi pesano, e mi fanno rabbia, i debiti che devo pagare per
onorare gli impegni, presi senza copertura finanziaria, dai precedenti
governi.
Mi spiego con due numeri. Mi sono ritrovata con 70 mila bidelii che dagli enti locali sono passati a carico dello Stato, e con una serie di lavoratori socialmente utili da stabilizzare. Conclusione: pago debiti pregressi per 1 miliardo e 56 milioni di euro. Come può immaginare, si tratta di risorse sottratte all'innovazione e al miglioramento del sistema scolastico.
Abbiamo ancora un numero di docenti nettamente superiore alla media europea. Da uno ogni nove studenti siamo riusciti, d'accordo con il sindacato, a passare a uno a dieci, e a pagarli meglio: ma la media europea è uno a 15. Questi sono i dati, e ognuno può giudicarli come vuole.
Non mi spaventa, perché la scuola italiana ha nel suo dna la vocazione a esprimere diverse culture. E una scuola che sa fare integrazione.
Assolutamente no. Penso che ognuno debba essere libero di esprimere le proprie convinzioni religiose, anche at traverso l'abbigliamento.
Noi abbiamo bloccato i prezzi, che non sono aumentati neanche del tasso d'inflazione, per i testi della scuola dell'obbligo. Ma forse dovremo fare qual cosa in più...
E una proposta interessante, alla quale abbiamo lavorato insieme quando lui era all'Economia, Stiamo approfondendo tutti gli aspetti di questa possibile innovazione, e speriamo proprio di realizzarla.
Siamo in una fase di studio, e teniamo conto che il secondo ciclo è decisamente più complesso del primo. In Italia avremo otto licei, ed entreranno in gioco le competenze regionali per la formazione professiona.
Apriremo al più presto il confronto con i sindacati, le amministrazioni regionali e le associazioni. Non voglio assolutamente strangolare questa fase del dialogo. Mi auguro, però, di essere in grado di portare la mia riforma per la scuola superiore in Consiglio dei ministri entro la prossima primavera. E come sempre, quando faccio una previsione cerco di essere realista.
Quando avremo anche in Italia, come in quasi tutti i paesi europei, un vero sistema di valutazione delle scuole e del lavoro degli insegnanti?
Di fatto già l'abbiamo.
La valutazione è stata accettata, in via sperimentale, da 9.800 delle 11 mila scuole italiane, Posso dire che è caduto un tabù. Quanto al decreto che stabilizza la valutazione, è all'esame del Parlamento e nelle prossime settimane potrà essere approvato definitivamente dal Consiglio dei ministri.
Certo, E sarà un sistema di valutazione trasparente, alla luce del sole. D'altra parte, l'esperienza internazionale ci dice che i sistemi scolastici che funzionano meglio nel mondo hanno quattro pilastri: la personalizzazione dei percorsi formativi, la partecipazione delle famiglie, l'autonomia delle scuole e un forte sistema centrale per la valutazione. Noi stiamo rafforzando questi pilastri, per una scuola che faccia un passaggio epocale: da scuola di massa a scuola di qualità. Per tutti.
Vedi anche la lettera aperta del Ministro Moratti alle famiglie.